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mercoledì 2 aprile 2014

RIMBAUD "Essere lesbiche in Italia: tra disuguaglianze di genere, omofobia diffusa e mercificazione dell’immagine femminile"


La discriminazione LGBT: 
essere una donna lesbica in Italia 

- con dott.ssa Martina GRASSI ed Eleonora PELLEGRINI dott.ssa in mass media e politica presso la facolta di scienze politiche Roberto Ruffilli .

Essere lesbiche in Italia: tra disuguaglianze di genere, omofobia diffusa e mercificazione dell’immagine femminile:

Un incontro , questo di giovedì 3 aprile, che vuole stimolare una riflessione su cosa può significare essere una donna lesbica in Italia, in un contesto caratterizzato da profonde disuguaglianze di genere, fortemente arretrato dal punto di vista culturale e legislativo per quanto riguarda il riconoscimento di diversi orientamenti sessuali, tradizionalista rispetto ai ruoli di genere, in cui l’immagine della donna appare quasi sempre subordinata alla figura maschile, spesso ridotta a mero oggetto sessuale, tanto che si potrebbe parlare di negazione dell'idea che una donna possa amare sia mentalmente che fisicamente un'altra donna.

Martina Grassi,x studentessa della facoltà di Scienze Politiche di Forlì, Martina Grassi si è laureata presso l'Università di Leicester in Criminologia con una tesi di laurea sulla discriminazione delle donne lesbiche, focalizzandosi sulla situazione italiana, attraverso delle interviste.

Vi aspettiamo giovedì alle ore 20.30 presso la Bottega del Teatro in via Comandini 7, Cesena,

per questo incontro che interessa non solamente le persone che fanno già parte di una comunità LGBTQI, ma che vuole coinvolgere soprattutto anche chi ha l'interesse di mettere in discussione le proprie idee su una tematica che continua purtroppo ad essere affrontata spesso in modo superficiale con modelli stereotipati.



venerdì 24 gennaio 2014

Shortbus - Dove tutto è permesso


 
All'interno dei molti grattacieli prendono corpo storie di vita quotidiana. Una terapista sessuale non è mai riuscita ad avere un orgasmo. Una giovane coppia di ragazzi omosessuali vuole allargare la propria vita sessuale, intraprendendo un menage a trois. Una ragazza non riesce ad avere rapporti interpersonali e si prostituisce con clienti masochisti che disprezza. Tutta questa umanità s'incontra allo Shortbus, colorato locale notturno underground dove tutto è permesso, dove è possibile trovar rifugio senza sentirsi diversi. 
È la nuova, sfrontata e polemica, pellicola di James Cameron Mitchell, animatore della scena gay newyorchese, enfant prodige proveniente dal teatro e già fattosi notare al cinema con il sagace Hedwig - La diva con qualcosa in più. C'è molto sesso esplicito ma, il tocco leggero e il grande dono dell'ironia, permettono al regista di non cadere mai nella volgarità, anzi di riuscire a commuovere e renderci partecipi anche di un mondo che può apparire davvero lontano. Mitchell, che ha dalla sua anche una grande sapienza visiva e una fresca inventiva, osserva l'uomo e la donna contemporanei. Lo fa attraverso l'angolazione del sesso. Ma davvero potrebbe essere qualcos'altro. Quest'umanità post 11 settembre è malinconica, triste, sembra essere spaesata in un mondo che non riesce più a riconoscere. Ecco allora che New York, ridisegnata al computer e propostaci in maniera davvero entusiasmante attraverso pennellate di tempera e luci che si accendono e si spengono, rimane al buio: black out completo. Coadiuvato da un cast eccezionale, praticamente esordiente, e da una festante colonna sonora, Mitchell firma un'opera piacevole. Che niente ha a che fare con la pornografia, troppo spesso tirata in ballo per questo film.
http://www.mymovies.it

Film della settimana Aimée & Jaguar

 
 Aimée und Jaguar è la versione cinematografica della vera storia di Lily e Felice presentata nel documentario Love Story. Lily Wust era moglie di un soldato del Reich tedesco impegnato sul fronte orientale e madre di quattro figli: la perfetta donna ariana. Felice Schragenheim era una ragazza ebrea che viveva sotto falso nome, attivamente impegnata nelle attività clandestine della Resistenza. Due donne il cui amore fu più forte dell'odio che avrebbe dovuto separarle. Presentato alla Berlinale 1999, Orso d'Oro ex-aequo alle due attrici protagoniste. Sta diventando un film cult lesbico sia per l'importanza della storia raccontata che per la grande e struggente interpretazione

martedì 7 gennaio 2014

XXY. Un film di Lucía Puenzo.






Alex ha un segreto inconfessabile. Per questo i suoi genitori, quando lei era ancora in fasce, lasciarono Buenos Aires per trasferirsi sulle coste uruguayane, lontani dall'occhio indiscreto della gente. Un giorno, nella loro casa, arrivano degli ospiti molto attesi. Un chirurgo plastico di chiara fama, accompagnato da sua moglie e dal giovanissimo figlio di sedici anni, vecchi amici di famiglia, iniziano a occuparsi del "caso" dell'adolescente. 
Le tre lettere del titolo rappresentano un'anomalia cromosomica - di quelle persone che hanno all'interno del loro patrimonio genetico sia dei gameti maschili che femminili - che resta il punto chiave della pellicola dell'esordiente regista argentina Lucia Puenzo. Alex, quindicenne alla scoperta della propria identità e delle prime esperienze sessuali, vive con disagio la propria diversità. Il suo essere ermafrodita, è più un problema sociale che personale, nella curiosità morbosa di chi le gravita affianco considerandola un "freak". 
In concorso alla sessantesima edizione della settimana della critica e vincitore del Prix de JeunesseXXY è una pellicola asciutta, a basso costo, e senza troppe pretese estetiche. La camera a mano e una colonna sonora molto discreta, fanno sì che non si perda mai di vista il punto centrale di tutta la narrazione: la diversità e l'essere accettati socialmente. La regista argentina porta sullo schermo un tema originale su cui il cinema non ha mai speso molte energie, e lo fa con discrezione e accuratezza, senza sbavature e intenti pedagogici, riprendendo con l'occhio esterno della macchina da presa una storia di vita vera, per permettere a tutti, usciti dalla sala, di saperne qualcosa in più sulle vite degli altri.
http://www.mymovies.it/


Ci troveremo a guardarlo noi del gruppo Rimbaud. Per chi è interessato, oppure a chi interessano le nostre attività, ci contatti senza impegno a rimbaud.cesena@gmail.com.

lunedì 6 gennaio 2014

G = Essere Gay




Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo. Ma la cosa che nessuno dice mai è che essere gay è anche bellissimo.” 1

La prima tappa per essere dei gay felici consiste nel riconoscere ed accettare se stessi. Ascoltare i propri sentimenti più profondi aiuta ad essere onesti con noi stessi, con la nostra sessualità per riuscire ad accettare quello che siamo veramente. La maggioranza dei ragazzi che accetta la propria sessualità dice di sentirsi più felice, sereno/a e fiducioso/a.2



Pur essendo i gay una percentuale cospicua della popolazione, la gran parte di essi per tutta la vita non riesce, decide di non vivere apertamente la sua condizione. Gay, lesbiche e bisessuali costituiscono il 10% delle persone, ma di questi solo il 27% è dichiarato. Gli altri non hanno ancora superato tutte le fasi dell’accettazione di sé, in cui tutti passano con tempi e modi diversi, e che sono tre: il rifiuto, la rassegnazione, l’accettazione.

Durante la prima parte, il rifiuto, la propria sessualità viene negata anche a se stessi. Alcuni pur avendo fantasie verso persone dello stesso sesso, fingono che non sia mai successo e non collegano questo a una possibile omosessualità. Se con gli amici o in famiglia si parla di gay o lesbiche avrà una sua opinione in merito ma non sentirà il discorso come qualcosa che lo riguarda direttamente. Col tempo si potrebbe voler iniziare a cercare qualche informazione su internet (e perché no, anche pornografia).
Parecchi sono convinti di essere attratti solo sessualmente da persone dello stesso sesso ma di non desiderare una relazione con loro, e di amare invece le persone del sesso opposto. Potrebbero pensare alle persone dello stesso sesso solo per l’atto sessuale (spesso di sola masturbazione) e ritenere schifoso il bacio, le coccole, e assolutamente impossibile il fidanzamento. Questi faticano anche a riconoscersi come gay o bisessuali e spesso pensano di essere eterosessuali. Non è vero. Semplicemente sono intervenuti due fattori: il primo è il fortissimo condizionamento sociale che porta a desiderare relazioni e storie con il sesso opposto, e a ritenere strano, impossibile il fidanzarsi e avere una storia con qualcuno dello stesso sesso. Il secondo è il non avere incontrato ancora la persona che abbia fatto innamorare perdutamente: è difficile trovare l’amore, che tu sia maschio o femmina, etero o gay. Non l’hai ancora conosciuta, ma puoi innamorarti di una persona del tuo stesso sesso. Capendo questo concetto e proseguendo il cammino dell’auto-accettazione piano piano si cominceranno a desiderare anche i baci e le coccole, la relazione matura e seria, e a capire che tutti i desideri di costruire una vita con una persona del sesso opposto erano solo indotti dalla società. Molti non superano mai la fase del rifiuto, vedi i padri di famiglia che non hanno altra possibilità di sfogo se non quella del rapporto occasionale, del tradimento.

Dopo aver capito che questa cosa ci appartiene e non possiamo fare nulla per cambiarla, interviene la rassegnazione. Questa seconda fase può durare qualche ora, o tutta la vita. Si pensa di essere gay, ma che ci sia un qualcosa che non va, che non si potrà mai avere una vita normale ed è una condizione sfortunata. D’altro canto è capitata, e quindi bisogna tenersela, ovviamente senza che nessuno lo sappia, o chissà che cosa potrebbe mai capitare! In questa fase c’è una dinamica che, per quanto aiuti ad arrivare all’accettazione, presenta delle problematiche. La persona si scinde in due: di giorno si è il bravo ragazzo single, che lavora e che tutti conoscono e rispettano, mentre tornato a casa ci si nutrirà di film o libri gay, in chat si diventa solo e puramente un omosessuale che in quanto tale potrà voler cercare altri gay per amicizia virtuale su vari siti, o anche da voler conoscere di persona, ma il tutto in segreto. La segretezza rende molto difficile una relazione stabile e che abbia senso, per il continuo doversi nascondere, mentire sul dove si va, piantare in asso i vecchi amici.

Infine arriva l’accettazione: quando la scorpacciata di omosessualità ci ha fatto capire bene cosa siamo e che non c’è niente di male, quando i film e le esperienze condivise con altri avranno aiutato la nostra mente a normalizzare la situazione e non vederla come disordinata, allora riusciremo a prendere coraggio e a fare coming out (venire allo scoperto, dichiararsi, che è diverso dall’outing di quando qualcun altro rivela la tua omosessualità) con un amico molto cautamente, poi due, tre, e infine la smetteremo di vivere velatamente. In questa fase si capisce che scindere in due lati te stesso, tutta la tua persona da una parte e solo l’essere gay dall’altra, provocava soltanto un distacco dalla vita quotidiana e un vivere in modo troppo impersonale o assiduo la vita gay (virtuale o reale che fosse). Quando vanno di pari passo invece combacia tutto, si consolidano i rapporti coi vecchi amici etero e magari si lega ancora di più, non si è più costretti a nascondersi e a vergognarsi per ogni cosa che si fa, con la paura di essere scoperti. Si può amare e avere un rapporto di coppia stabile e duraturo, si può andare in giro mano nella mano con il/la proprio/a partner, si può vivere come ogni uomo o donna ha il diritto di vivere e non in una prigione in cui abbiamo accettato di stare fino a poco tempo prima!

È fondamentale capire che la discriminazione operata dalla società richiede due fattori: qualcuno che discrimina e qualcuno che la discriminazione la accetta. Se avete il terrore che qualcuno scopra la vostra omosessualità sarete stressati, vedrete qualunque cosa come un attacco, sarete anche ricattabili volendo. Viceversa quando capirete che non ve ne frega nulla vi renderete conto che a molte più persone di quanto pensaste non frega altrettanto nulla. Avete passato tutta la vostra vita a convincere gli altri che non siete gay, e ora sarà persino difficile fargli capire che lo siete, perché alcuni non vi crederanno. Quelli che fanno battutine, nel momento in cui siete consapevoli di voi stessi, non vi scalfiranno minimamente e smetteranno dopo poco. E, ripeto, si rinsalderanno i rapporti con gli amici fino a raggiungere una profondità mai vista prima, impossibile prima che ci fosse la totale sincerità.

Che cosa può aiutare a superare la fase della rassegnazione e accettarsi e vivere come meritiamo?
Tante cose, ognuno è diverso e ci mette tempi diversi.
Pur mancando modelli di gay e lesbiche nella vita comune, almeno prima di essere dichiarati (poi ne avrete a volontà!) ci sono un sacco di film o libri che parlano di storie d’amore, storie di accettazione, storie drammatiche e comiche, storie di vita di gay e lesbiche. Guardare questi film è un ottimo modo per iniziare ad abituarci a percepire come normale l’omosessualità.

Dopo il recepire passivamente informazioni sul mondo gay si potrebbe voler interagire. All’inizio è difficile trovare il coraggio per parlarne di persona, e forse è meglio iniziare un periodo di rodaggio tramite Internet. In questo caso, diffidate assolutamente di portali come Gayromeo o Gayspace, dove la gran parte dell’utenza è alla ricerca di rapporti, come in tutti i siti di incontri, etero o omosessuali che siano. E’ più facile inizio in internet attraverso forum come Yahoo! Answers, dotato di una sezione LGBT, e Gay Project, che ha un forum ottimamente improntato al dialogo, al confronto, pieno di esperienze profonde ed edificanti; un sito ricco di informazioni e testimonianze; una chat per parlare con altri omosessuali che cercano il confronto.3

Ma il vero passaggio avviene nel mondo reale: se sei giovane e pensi che ci sia il vuoto totale intorno a te, non disperare, non è così! Cerca se la tua provincia ha un’Arcigay o magari un Gruppo Giovani, come la nostra Associazione, contattaci via mail e ti diremo quando ci incontriamo e quali attività abbiamo in progetto! Potrai conoscere altre persone eliminando il muro della chat, e parlando e scambiandovi esperienze ti aiuterai tantissimo a sentirti davvero normale, parte di un gruppo, giusto, apprezzato, in grado di avere una vita e una socialità anche da omosessuale. Per chi dice che è un modo di autoghettizzarsi: no, è un modo di ritrovare e ricostruire la propria identità che ti è stata preclusa dal vero ghetto: la cultura eterosessista che ti ha confinato nell’inesistenza, nella battuta, nello scherzo, nell’offesa. Un gruppo di gay e lesbiche non è un ghetto dove ti chiudi e non puoi uscire: è un luogo, un mezzo dove passi solo una piccola parte del tuo tempo e che ti può servire da trampolino di lancio per la vera vita. 3


Riferimenti
1) Lettera a Repubblica di Carlo Giuseppe Gabardini
2) www.esseresestessi.com
3) http://www.lastessamedaglia.it/

domenica 8 dicembre 2013

LGBTIQ. La L cosa significa?

Cosa significa essere lesbica? Una lesbica (ma si può anche dire una omosessuale) è una donna attratta emotivamente e fisicamente da altre donne e che concretizza questa attrazione avendo relazioni sessuali con una o più donne. In generale, l’attrazione non si limita solo alla sessualità ma si manifesta in tutto il campo sentimentale: una lesbica s’innamora di un’altra donna, desidera avere una relazione stabile e condividere la propria vita con un’altra donna.

 "Sono Camilla ho 25 anni!! Da circa 2 anni vivo con Matilde, la mia ragazza. Mi sono appena laureata e mi hanno proposto di fare un master all’estero, in Danimarca!! Sono eccitata all’idea di partire anche perché qui in Italia probabilmente finirei con il fare la commessa part-time. Il cambiamento però mi turba, mi spaventa. Io amo Matilde, mi sono abituata a stare con lei alle sue strane musiche indiane la domenica mattina, ormai non mi da neanche più fastidio quanto trovo i vestiti buttato a caso nei miei cassetti e per la tavoletta del bagno perennemente alzata. Ho paura di cosa accadrà quando saremo lontane…. E ho paura anche della sua reazione quando gliele parlerò… già perché ancora non lo sa!!"

Il lesbismo esiste da sempre poiché si tratta di uno dei tanti modi di vivere la sessualità femminile. Nel corso dei secoli questo potenziale ha potuto esprimersi in condizioni più o meno favorevoli. Non bisogna dimenticare che, in tutta la storia dell’umanità, le donne sono state generalmente discriminate e considerate inferiori a causa del maschilismo. Spesso sono state considerate solo come strumenti per la riproduzione della specie.

Ai giorni nostri, le lesbiche del mondo occidentale vivono in un contesto relativamente favorevole, cosa che le rende più visibili e fa che le si ritrovi in tutti gli ambiti della società, in tutte le professioni.

Come faccio a sapere se sono lesbica?

Le adolescenti hanno spesso delle passioni amorose per le coetanee, che possono anche sfociare in relazioni sessuali. Spesso ci sono anche momenti in cui si vuole esplorare tutte le possibilità, senza pregiudizi. In ogni modo, nessuna esperienza sessuale definisce completamente il vostro orientamento sessuale. Quando si discute ci si rende conto della diversità dei vari percorsi personali. Alcune hanno sempre "saputo" di essere lesbiche e hanno avuto desideri e rapporti sessuali esclusivamente con altre donne. Altre, al contrario, hanno condotto per anni una vita eterosessuale classica, fino al giorno in cui hanno incontrato la donna che ha cambiato la loro vita.

La maggior parte delle lesbiche ha conosciuto, in giovinezza, periodi di dubbi e esitazioni, passando dagli uni alle altre prima di comprendere il proprio orientamento sessuale. Negli anni 60, gli studi sulla sessualità umana di Kinsey e della sua équipe mostrano che non esistono delle categorie definitive, ma piuttosto degli orientamenti più o meno esclusivi. Coloro che si innamorano di persone di entrambi i sessi, costantemente o saltuariamente, sono bisessuali, con o senza particolari preferenze per l’uno o l’altro tipo di sentimento. Anche se la società vi incita costantemente a pensare di essere fondamentalmente eterosessuale voi sole potete sapere se, nel profondo, state meglio con un uomo piuttosto che con una donna, quello che provate intimamente e come desiderate costruire la vostra vita.

E se sono lesbica, sono normale?

Che cos’è la norma? Un insieme di regole sociali, molto variabili a seconda della cultura, del paese e dell’epoca in cui siete nati. Nient’altro. Situarsi al di fuori delle consuetudini non significa necessariamente essere anormali. Il lesbismo non è una malattia. E’ una possibilità tra le altre, offerta dalla natura, di vivere la propria vita di donna. Il fatto che una relazione sessuale non permetta, per esempio, di concepire un bambino non significa che essa sia contro natura.

Dove trovare persone come me?

Un altro problema importante per le ragazze è che non sanno ancora dove possono incontrare altre lesbiche. In generale, la stampa parla spesso di luoghi destinati ai gay menzionando raramente in modo specifico le lesbiche. Le associazioni lesbiche o più genericamente lgbt (lesbiche, gay, bisex e trans) sono generalmente un buon modo di incontrare altre persone, se non si ha voglia di frequentare discoteche o rispondere ad annunci. Non bisogna esitare nemmeno a rivolgersi alle associazioni di lotta all’aids, dove ci sarà senz’altro qualcuno in grado di darvi indirizzi utili in merito.

L’amore con una donna, come si fa?

Come si vuole! Non ci sono modi prestabiliti per farlo, si è veramente libere di esplorare le possibilità del proprio corpo. Certo, ci sono preferenze individuali, gusti, come in tutti gli ambiti. Se si vuole essere soddisfatte della propria sessualità, bisogna assolutamente seguire le proprie sensazioni e sforzarsi di dimenticare tutte le idee inculcate su ciò che da veramente piacere.

Anche se proviamo un desiderio autentico per le donne, siamo state immerse in una cultura eterosessuale che ci ha condizionate insegnandoci quali gesti erano giusti e quali no. Bisogna, quindi, decondizionarsi se si vogliono evitare sensi di colpa e inquietudini inutili.


Chi Siamo?

Siamo il primo gruppo LGBTIQE* di Cesena. Siamo un gruppo laico e apartitico. Crediamo una società democratica in cui le libertà individuali ed i diritti umani e civili possano essere riconosciuti, promossi e garantiti senza alcuna discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere o ogni altra condizione personale e sociale dell’individuo. Ci poniamo come obiettivo l’abbattimento di tutti i pregiudizi e gli stereotipi, che spingono le persone ad osservare e giudicare l’individuo non per ciò che dice e che fa, ma in base al suo orientamento sessuale o alla sua identità di genere.